martedì 18 dicembre 2007

Habemus crocifissum - racconto stile Big Fish

Il giorno precedente capodanno, andando in bicicletta con alcuni miei amici, raggiunsi il cavalcavia che incrocia la tangenziale sud-ovest di Milano. Arrivati in cima, decidemmo di fare a gara per chi sarebbe arrivato primo alla fine della discesa. Ci posizionammo all’inizio del percorso e alla partenza, dato che ero più furbo degli altri, mi alzai dal sellino e cominciai a pedalare in piedi. Data la velocità con cui pedalavo un piede scivolò e andò tra i raggi della ruota anteriore; la rapidità con cui accadde tutto non mi fece comprendere come accadde. Mi ritrovai nel bel mezzo dell’autostrada, sulla seconda corsia, e un tir stava per investirmi; con dei repentini riflessi estrassi dalla tasca il mio crocifisso portatile e lo puntai verso il tir. L’intera tangenziale si aprì al traffico.
Come Dio aprì le acque del Mar Rosso a Mosè, aprì la tangenziale sud-ovest di Milano. Dio vede e provvede nei momenti più pericolosi.

L'incubo

Mi svegliai improvvisamente, destato dai miei compagni di stanza. Erano spaventati, ed io non capivo cosa stesse succedendo. Mi dissero, allora, di guardare fuori dalla finestra; rimasi immobile, attanagliato dalla paura: un’enorme pecora meccanica, con due occhi rossi, mi stava fissando. Decisi di affrontarla e mi recai fuori. Era grossa due volte me ed aveva un colore nero che si confondeva nel buio della notte. Continuava a fissarmi, ringhiando, aspettando il momento giusto per attaccare. Dopo aver studiato l’avversario trovai il modo di sconfiggerlo; mi sarebbe bastata una chiave inglese ed una grande dose di coraggio. Con un movimento fulmineo andai sotto il ventre della bestia e cominciai a svitare i bulloni che la tenevano in piedi; dopo qualche secondo l’animale cadde a terra ed io tornai in casa. Stavo per tornare nel mio letto, quando mi accorsi che un peso mi opprimeva; decisi quindi di liberarmene. Tirato lo sciacquone tornai a letto.

PAROLE:
attanagliato, pecora meccanica, sciacquone.