domenica 25 maggio 2008

Negazione pratica delle domande: tema

Le domande ultime dell'uomo, le domande esistenziali, fanno male poichè l'uomo non è, e non sarà mai capace di trovare una risposta totale. Sono testimone di ciò molte opere artistiche come la poesia di Leopardi intitolata "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia". In questa poesia è evidente che Leopardi soffre poichè non sa dare una risposta totale alle domande che lui stesso si pone. Alcuni aggettivi della poesia come profondo, infinito e immenso ci fanno capire che queste domande hanno bisogno di una rispota totale, ma purtroppo essa non esiste. Leopardi, nella sua poesia dice che se avesse potuto contare le stelle e volare sarebbe stato più felice ma tuttora, che possiamo volare con i jet e abbiamo contato le stelle, la risposta alle domande rimane sempre un mistero. Un'altra opera che ci riconduce a queste domande è il Colombre di Dino Buzzati. Durante la sua vita, il protagonista, fuggì dal Colombre, e solo alla fine decise di affrontarlo. Il terribile mostro non voleva ucciderlo, bensì donargli la perla della felicità che gli avrebbe dato onore, potenza e fortuna; ma era ormai troppo tardi, la sua vita era giunta al termine. Questo racconto è molto significativo e ci mostra un uomo che, a dodici anni, fugge dal proprio destino ma continua a pensarci finchè all'età di ventidue anni decide di seguire la tradizione, ovvero la vita marinara, per affrontare il presente. Negli anni seguenti, il protagonista, continua a fuggire dal suo destino, scoprendo solo alla fine che in questo modo avrebbe avuto la filicità. Il colombre rappresenta le domande ultime della vita, infatti, alla fine del racconto troviamo questa frase: "Alcuni lo ignorano, alcuni dicono addirittura che non esiste"; il primo pezzo, fiino alla virgola, può essere ricondotto alla negazione pratica, ovvero impostare la vita in modo tale che esse non vengano a galla, mentre il secondo pezzo alla negazione teoretica, cioè negare che abbiano significato, negarne l'esistenza. Un'altra grande opera letteraria, l'Eneide di Virgilio, ci mostra un uomo, Enea, che non nega in alcun modo le domande ultime ma, anzi, le affronta, si lascia guidare dal destino. Nel film "Le vite degli altri" si vede una società corrotta e crudele dove le domande ultime sono soppresse dalla negazione pratica. La Stasi imposta e corregge la vita delle persone in modo tale che le domande ultime non vengano a galla, ma ciò è molto difficile e l'aumento dei suicidi nella Germania socialista dimostra l'inefficacia di questo metodo. In conclusione l'uomo, da solo, non sarà mai capace di trovare una risposta totale alle domande ultime della vita poichè essa è un mistero; si è costretti, quindi, ad essere tristi, ovvero ad avere la consapevolezza della presenza di un bene assente; l'assenza di una risposta totale.

giovedì 22 maggio 2008

"La maschera della morte rossa": riassunto

Nel regno del principe Prospero dilaga la peste. Egli, per non perire, si rinchiude nel suo stravagante castello con ogni tipo di agio. L'epidemia, però, lo raggiungerà calando il sipario sul suo regno.




Autore: Edgar Allan Poe

venerdì 2 maggio 2008

Secondo canto dell' Eneide: riassunto

Durante il banchetto che viene dato in onore dei Troiani, Enea racconta la propria storia e le vicende che lo hanno portato a Cartagine.
L'astuto Ulisse aveva trovato il modo di riuscire ad entrare a Troia: fatto costruire un enorme cavallo di legno, si sarebbe nascosto al suo interno insieme ad altri soldati. I Troiani, spinti dall'acheo Sinone che li aveva informati della partenza dei Greci, e dalla curiosità, portarono il cavallo all'interno della città, incuranti degli avvertimenti di Cassandra.
Usciti nella notte dal ventre del cavallo, i Greci, aprirono le porte al loro esercito e distrussero Troia. Enea, svegliato improvvisamente dal fantasma di Ettore, aveva visto ciò che stava accadendo. Andando per la città, vide Elena e avrebbe voluto ucciderla ma Venere gli disse di fuggire dalla città con la sua famiglia.
L'eroe, fuggendo, portò con sè il padre Anchise caricandoselo sulle spalle, insieme al figlio Ascanio ed alla moglie Cerusa che, però, rimasta indietro, morì nella catastrofe generale.


Riassunto corto
Durante il banchetto viene chiesto ad Enea di raccontare le sue avventure. Egli narra dell'inganno di Ulisse e della propria fuga, suggerita da Venere.

Primo canto dell' Eneide: riassunto

Enea, scappato da Troia con una flotta di venti navi, cerca di andare in Lazio per fondare una nuova città, nonostante la volontà contraria di Giunone. La dea, infatti, è arrabbiata con i Troiani per vecchi avvenimenti e anche perchè il destino stabilisce che la stirpe di Enea debba distruggere, un giorno, Cartagine, città prediletta di Giunone.
Un' estate, sette anni dopo la caduta di Troia, Giunone avvista la flotta di Enea al largo della Sicilia e, con l'aiuto di Eolo, scatena una tempesta che ne causa il naufragio sulle coste africane. Solo grazie all'intervento di Nettuno, che non tollera che altri comandino nel suo regno, Enea salva la flotta. Giove predice a Venere, madre di Enea, che l'eroe giungerà in Lazio, dove fonderà la stirpe romana; dice anche che Giunone si unirà ai Romani. Infine, Giove, invia Mercurio a Cartagine per influenzare i Cartaginesi a favore di Enea.
Intanto, Venere, sotto le sembianze di una giovane cartaginese, racconta ad Enea di Didone, regina di Cartagine, invitandolo ad andare in quella città. Didone accoglie benevolmente i Troiani. Venere ordina a Cupido di sostituirsi ad Ascanio, figlio di Enea, affinchè induca la regina ad innamorarsi del capo troiano. Così avviene, e durante il banchetto offerto da Didone, viene chiesto ad Enea di narrare le proprie avventure.


Riassunto corto
Enea, fuggito da Troia, vaga per il Mediterraneo in cerca di una nuova patria.
Viene continuamente attaccato da Giunone ma sua madre, Venere, lo aiuterà facendolo arrivare sano e salvo fino a Cartagine, dalla regina Didone.