
Le domande ultime dell'uomo, le domande esistenziali, fanno male poichè l'uomo non è, e non sarà mai capace di trovare una risposta totale. Sono testimone di ciò molte opere artistiche come la poesia di Leopardi intitolata "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia". In questa poesia è evidente che Leopardi soffre poichè non sa dare una risposta totale alle domande che lui stesso si pone. Alcuni aggettivi della poesia come profondo, infinito e immenso ci fanno capire che queste domande hanno bisogno di una rispota totale, ma purtroppo essa non esiste. Leopardi, nella sua poesia dice che se avesse potuto contare le stelle e volare sarebbe stato più felice ma tuttora, che possiamo volare con i jet e abbiamo contato le stelle, la risposta alle domande rimane sempre un mistero. Un'altra opera che ci riconduce a queste domande è il Colombre di Dino Buzzati. Durante la sua vita, il protagonista, fuggì dal Colombre, e solo alla fine decise di affrontarlo. Il terribile mostro non voleva ucciderlo, bensì donargli la perla della felicità che gli avrebbe dato onore, potenza e fortuna; ma era ormai troppo tardi, la sua vita era giunta al termine. Questo racconto è molto significativo e ci mostra un uomo che, a dodici anni, fugge dal proprio destino ma continua a pensarci finchè all'età di ventidue anni decide di seguire la tradizione, ovvero la vita marinara, per affrontare il presente. Negli anni seguenti, il protagonista, continua a fuggire dal suo destino, scoprendo solo alla fine che in questo modo avrebbe avuto la filicità. Il colombre rappresenta le domande ultime della vita, infatti, alla fine del racconto troviamo questa frase: "Alcuni lo ignorano, alcuni dicono addirittura che non esiste"; il primo pezzo, fiino alla virgola, può essere ricondotto alla negazione pratica, ovvero impostare la vita in modo tale che esse non vengano a galla, mentre il secondo pezzo alla negazione teoretica, cioè negare che abbiano significato, negarne l'esistenza. Un'altra grande opera letteraria, l'Eneide di Virgilio, ci mostra un uomo, Enea, che non nega in alcun modo le domande ultime ma, anzi, le affronta, si lascia guidare dal destino. Nel film "Le vite degli altri" si vede una società corrotta e crudele dove le domande ultime sono soppresse dalla negazione pratica. La Stasi imposta e corregge la vita delle persone in modo tale che le domande ultime non vengano a galla, ma ciò è molto difficile e l'aumento dei suicidi nella Germania socialista dimostra l'inefficacia di questo metodo. In conclusione l'uomo, da solo, non sarà mai capace di trovare una risposta totale alle domande ultime della vita poichè essa è un mistero; si è costretti, quindi, ad essere tristi, ovvero ad avere la consapevolezza della presenza di un bene assente; l'assenza di una risposta totale.
Nessun commento:
Posta un commento